Huerta de Soto: come azzerare il debito pubblico – Parte II.
3. Alcune critiche di carattere generale
Non credo che questa proposta sia esente da critiche da una prospettiva di libero mercato (un’interessante critica in questo senso è stata fatta per esempio da Phillip Bagus nell’articolo citato alla nota 8) ma, essendo una proposta strategica attuabile che si concentra su alcune delle cause del problema e non sui suoi effetti, credo che possa essere un buon punto per iniziare una discussione seria (e non ristretta a pochi isolati circoli accademici) su come ridurre il debito pubblico che si contrapponga al solito pensiero unico statalista.
Esprimo qui una perplessità e una critica. La perplessità riguarda l’approccio gradualistico: come dicevo questa proposta è solo una parte di una proposta in cinque fasi che porta all’abolizione delle banche centrali, le quali però, tanto per fare un esempio, in questa fase sono necessarie per stampare le banconote che servono a coprire i depositi non convertiti in azioni dei fondi comuni. Se da un lato è vero che l’approccio gradualistico ha i suoi pregi (se una gamba sana è stata immobilizzata a lungo con un’ingessatura, togliere improvvisamente l’ingessatura senza offrire un temporaneo sostegno e una riabilitazione fisioterapeutica può non essere l’ideale), dall’altro ha anche i suoi difetti sia sul piano morale (sarebbe giusto auspicare gradualismo nell’abolizione della schiavitù?) che su quello strategico: nelle parole di William Lloyd Garrison, “gradualism in theory is perpetuity in practice”.[10] In altre parole, un limite di questa proposta, per chi difende il libero mercato, è quello di essere parecchio interventista e, condividendo la logica dell’interventismo (anche se finalizzato a eliminare l’interventismo stesso), il rischio è che ci rimanga imbrigliata dentro. Forse potrebbe essere meglio iniziare dalla fine e, come sostiene Ron Paul, abolire la banca centrale (“end the Fed”), oltre che il corso forzoso e la riserva frazionaria, immediatamente: dopo un momento di instabilità il mercato lasciato a se stesso ritroverebbe, come sempre, la … Leggi tutto